I rifiuti plastici costituiscono un grave problema per il nostro pianeta e per le specie animali: secondo gli ultimi dati raccolti dal Centro di Legge Ambientale Internazionale (Centre for International Environmental Law), ogni anno il 93% degli oltre 300 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica prodotti finisce nelle discariche e negli oceani, entrando nelle catene alimentari delle specie animali. Inoltre, in fase di decomposizione questi rifiuti si trasformano in “microplastiche” sempre più piccole e tossiche, che secondo il report recano danni a più di 100mila mammiferi marini ogni anno, oltre a milioni di uccelli e pesci.

Purtroppo, ancora oggi ci troviamo davanti alla scarsa attenzione o alla completa negligenza nel praticare correttamente la differenziazione dei rifiuti. In Italia, solo il 43,5% della plastica raccolta è destinata al riciclo o recupero, la restante quantità è indirizzata verso le discariche o i termovalorizzatori.

 

Per cercare di risolvere la delicata questione sui rifiuti plastici, l’Europa ha emanato la Direttiva UE 2019/904 o Direttiva SUP (Single Use Plastics), che mira a promuovere e sensibilizzare i territori verso lo sviluppo dell’economia circolare con un focus sulla protezione degli ambienti acquatici e sulla salute umana. Secondo questa Direttiva, l’obiettivo è raggiungibile riducendo l’incidenza e la commercializzazione di determinati prodotti di plastica monouso, tra cui posate, piatti, contenitori per alimenti, cannucce ed agitatori per bevande. Il termine previsto per il recepimento della Direttiva da parte degli Stati membri Europei era stato fissato per il 3 luglio 2021 fatta eccezione per l’Articolo 6 (paragrafo 1) e l’Articolo 8, che potranno essere applicati rispettivamente entro il 3 Luglio e il 31 Dicembre 2024.

 

Per mettere in atto questo cambiamento di rotta, gli Stati membri Europei saranno tenuti a incentivare il ricorso alle alternative sostenibili o riutilizzabili e vietare l’immissione sul mercato di alcuni prodotti; tra questi, i contenitori di plastica, di cartone poliaccoppiato e in carta con strati di plastica, utilizzati in maniera massiccia per l’asporto o il consumo di cibo, costituiscono un copioso e costante flusso di rifiuti con un elevato tasso di rischio di dispersione e di abbandono nell’ambiente. La progettazione e la produzione di prodotti di plastica è vincolata dalla possibilità di essere riutilizzati o riciclati oppure, in alternativa, sviluppati con materiali più sostenibili.

L’articolo 7 della Direttiva prevede che i prodotti contenenti plastica dovranno riportare sull’imballaggio, o sul prodotto stesso, una marcatura armonizzata, in caratteri grandi, chiaramente leggibili e indelebili al fine di comunicare al consumatore alcune informazioni utili per una corretta gestione dello smaltimento del prodotto e sulla presenza di plastica all’interno dello stesso.

Gradisco è da sempre impegnato nella lotta ai rifiuti, infatti i nostri prodotti di carta o bioplastica, sono realizzati da elementi provenienti dalla natura, coma l’amido di mais o lo zucchero di canna, tutti biodegradabili al 100%!